Finire di lavorare alle 18.30, uscire di casa, fare due passi e ritrovarsi davanti al mare.
Questo è quello che ho fatto (per mia fortuna) tutto il mese di Agosto. E che faccio praticamente ogni anno ad Agosto quando sono in “vacanza”.
Quando sono anche solo seduto sulla spiaggia, con le onde che battono a ritmo costante sulla riva, dentro di me mi sento sereno. Percepisco la calma e la pace di quel luogo e capisco che mi fa bene.
Come alcuni di voi sapranno, l’imprenditore / libero professionista con p.iva non stacca mai del tutto anche quando va in vacanza, ma dopo un pò di tempo ci si fa l’abitudine. E la vista del mare o essere in quel momento in un luogo che ci piace davvero, rende questo piccolo particolare quasi insignificante, senza troppo peso.
“Ognuno ha diritto ad una casa con vista mare…”
Una mia cara amica l’ha letto sulla parete di un B&B alle Tremiti, scritto dalla titolare Rosanna. Rosanna se leggerai mai questo mio articolo, vorrei dirti che hai maledettamente ragione!
Al di là del fatto che per vivere proprio davanti al mare non è proprio una cosa così semplice ed economica, vivere in un luogo di mare, anche a 1 km di distanza non è poi così impossibile.
In questi anni / mesi ho capito che è solo questione di determinazione e di coraggio, di voglia di cambiare finalmente vita e di staccarsi definitivamente da tutti quei fottutissimo blocchi che ci impediscono di dire “basta!”.
Vedo molte persone che attorno a me lasciano tutto, il luogo in cui sono nati e cresciuti e ricominciano da capo in un posto “diverso“. Che sia mare, montagna, collina o città… il posto che per ognuno di loro è “MIGLIORE“, in termini di vita di tutti i giorni, di qualità dell’aria, di buon cibo, di possibilità di “staccare” quando è necessario e soprattutto di lavorare con la mente più libera da pensieri inutili che magari ognuno di noi non riesce a lasciar andar via neppure quando finisce di lavorare… proprio perchè non è felice nemmeno nel posto in cui abita, perchè semplicemente non gli piace più.
Nel mio piccolo posso dire che finire di lavorare alle 18.30 e davanti al mare farsi dei bei respiri profondi e ad occhi chiusi ascoltare le onde… è una cosa che non ha prezzo.
Farsi una bella passeggiata sul lungo mare con i bambini la domenica ed essere consapevoli che anche e soprattutto per loro la qualità della vita in quel luogo è senza dubbio più alta… non ha paragoni con nulla.
Ecco perchè penso che il luogo in cui lavori è estremamente importante. Soprattutto se è per tutta la vita. Anche dopo il lavoro.
Come quelli che girano il mondo (nomadi digitali) perchè solo così si sentono a casa. Come quelli che lasciano la città e vanno a vivere in mezzo ad un bosco o su un’isola in mezzo all’oceano perchè è li che comprendono che possono sentirsi vivi, stanchi della frenesia della città, del concetto costante di “fast-food” dove tutto va fatto in maniera veloce per non rimanere indietro.
Oppure come quelli che non ne possono più del silenzio e addirittura preferiscono andare ad abitare in una metropoli come Dubai, Singapore, New York… perchè per loro quella è la felicità. Anche loro hanno diritto ad una casa vista “pace interiore”.
Solo chi rischia è libero!
Cambiare è un rischio, verissimo. Ma è forse peggio il rimorso di non averci provato, no?
Lasciare casa è straziante. Perchè l’hai costruita tu, perchè ci vivi da anni, perchè hai conoscenti, parenti, amici… Perchè sei abituato a quel posto, perchè ci sei cresciuto, perchè ti da sicurezza.
Ve lo dice uno che si caga sinceramente sotto all’idea di lasciare questa quotidianità. Non nascondo le mie sensazioni, così come non nascondo quelle che mi spingono ad avere certi pensieri e che mi fanno, ora più che mai, avere voglia e necessità di “andare via da qui”.
Ma quali possono essere i motivi che ci spingono a voler cambiare luogo in cui vivere e lavorare?
1) Insoddisfazione: il posto in cui viviamo ci annoia, non abbiamo più stimoli, quando usciamo fuori casa vediamo il nulla e vorremmo essere altrove.
2) Stimoli: cambiare è sempre fonte di nuovi stimoli. Nella vita, sul lavoro. Una nuova sfida, sia che hai 20 anni sia che ne hai 50 o 60. E’ solo questione di maggiore o minore incoscienza forse.
3) Possibilità: un nuovo luogo può riservare nuove possibilità, magari migliori rispetto al precedente. Nuovo opportunità lavorative, oppure nuove conoscenze con persone più “aperte” mentalmente rispetto al luogo in cui magari si vive ora.
4) Famiglia: se hai dei figli puoi renderti conto che non lo fai solo per te stesso, ma anche per loro che possono giovare dal luogo in cui andrai. Come già detto per una questione di “qualità di vita” a livello di aria-cibo-clima superiori. E magari anche scuole migliori, luoghi di svago migliori o più sani, ecc.
5) Prospettive: dando una svolta alla propria vita, potrebbero nascere nuove prospettive, strada nuove che magari prima non si riusciva a vedere. Soprattutto a livello lavorativo.
Sicuramente ci sono altri elementi che incidono in una scelta come questa, anche se ora come ora non mi vengono in mente, ma voi stessi magari ne avete altri in mente e sarebbe bello poterli condividere per ampliare il concetto e il discorso in generale.
Tanti parlano sempre di “mindset“, che diciamoci la verità, ci ha rotto un pò il c…. vero? 🙂
Ma al di là delle battute, il settaggio mentale che ognuno di noi ha durante la giornata è molto importante, perchè altrimenti si rischia di implodere e non uscire più da una condizione di “trappola” che ci fa sentire scarichi, vuoti, privi di stimoli e persino forza di svegliarsi al mattino.
Non voglio rendere il tutto il concetto fino ad ora espresso come qualcosa di estremamente tragico, ma è solo per far capire meglio che un’insoddisfazione come questa può portare ad uno stallo da cui a fatica se ne esce in altro modo, anche cercando di nascondere a noi stessi il problema o comunque le probabili soluzioni.
Percui il mio suggerimento è di dare MOLTISSIMA importanza al luogo in cui si lavora (e si vive). Perchè occupa quasi tutta la tua esistenza.
E se ci soffermiamo su questo concetto molto semplice ci rendiamo conto che la vita è una sola. Alcuni osano, altri subiscono.
Tu da che parte vuoi stare?