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Qualche tempo fa ho scoperto una cosa molto importante importante: “La mia zona di comfort rappresenta i miei limiti.”
Ogni volta che ritorno nella mia zona di comfort mi siedo, smetto di pensare, si placano dentro di me le emozioni e le pulsioni positive, do adito ai miei sogni di riposarsi.

Ciascuno di noi ha avuto e ha tutt’ora una zona di comfort, la cosidetta “comfort zone” in inglese.
Un luogo, una condizione in cui ci si sente protetti, a proprio agio, tranquilli, invincibili, sicuri. Una situazione mentale che ci rende in un certo qual modo assolutamente fermi.

Io stesso ero legato enormemente alla mia comfort zone: il ruolo da dipendente, il posto fisso alla Checco Zalone.
Quando sei dipendente hai il tuo stipendio ogni mese, la tredicesima, la quattordicesima…e la tua vita professionale spesso termina così, tra una pacca sulla spalla o se va di lusso un benefit.
Non hai più di tante ambizioni, ti accontenti, ti adatti all’ambiente e al tuo ruolo. Tutta la tua condizione lavorativa si uniforma ad un modo di essere costante e poco stimolante.

Con questo non voglio assolutamente denigrare chi è dipendente, anche perché ritengo che l’importante sia sentirsi bene con se stessi al di la di tutto e quindi consci del fatto che ci va bene quel tipo di professione, quel tipo di attività, quel tipo di inquadramento sociale.

Solo che con gli anni mi sono reso conto che ero immobile. Non miglioravo come professionista e non miglioravo come persona.
La zona di comfort a volte sa essere arida, subdola, crudele. Ti svegli un giorno e ti accorgi che non ti sei mai mosso dal posto in cui stavi (metaforicamente parlando).
La persona che sei diventata forse non è quella che ami di più. Dentro hai un fuoco che arde e una personalità che effettivamente non è nata per perire in uno spazio così stretto.
Ti senti soffocare e hai bisogno di aria nuova, di stimoli, di imparare cose nuove, di esplorare.

Ecco che allora la comfort zone lentamente crolla.
Crolla nel profondo e ti senti in obbligo con te stesso e in dovere verso il tuo futuro, di non accontentarti di ciò che sei diventato e di dove stai andando.
Hai bisogno di molto di più per te stesso e per le persone che ti circondano, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista finanziario.

Mi reputo un uomo fortunato. Uno che si è rimesso in gioco.
Ho smesso di essere dipendente e ho capito che davanti a me esiste un mondo di possibilità, di opportunità, di sfide.
Ovviamente ho avuto all’inizio una paura fottuta. Paura del fallimento, paura del giudizio altrui, paura del rischio, paura del presente… tutte sensazioni depotenzianti, che possono schiacciare e bloccare.
Ma sono anche emozioni naturali, umane, primordiali. Quindi vanno recepite come tali e di conseguenza sfruttate per ottenere risultati concreti e porsi obiettivi nitidi e chiari.
È necessario e vitale ribaltare gli schemi, mettersi in gioco e fare di tutto per cambiare la propria esistenza.

Esiste il fallimento, ci mancherebbe. Ma esiste anche quella forte e prorompente convinzione che se non lo fai non saprai mai come poteva andare.
Quindi solo questo pensiero dovrebbe aiutarti a capire che meglio come gira la vita e cosa ti mette davanti agli occhi.

Uscire dalla zona di comfort è indispensabile per un dipendente, così come per un libero professionista o un imprenditore. INDISPENSABILE!

Solo in questo modo potrai scoprire potenzialità che non pensavi di avere, acquisire maggiore fiducia in te stesso, ottenere nuova linfa vitale a creatività ed intelligenza, migliorare le relazioni con gli altri, sperimentare attivamente il presente ed acquisire maggiore indipendenza in generale.

Pensa che ho imparato molto di più in questi anni da “precario” che in una vita da posto fisso 🙂
Corsi su corsi, aggiornamenti professionali e personali, miglioramenti e nuove conoscenze con persone potenzianti, stimolanti, intelligenti e ricche di sapere.
Nuovi mentori, nuove guide, nuovi paradigmi smontati e rimontati, vecchie convinzioni lasciate alle spalle.

Quando lasci la tua zona di comfort cambi prospettiva.
E cambiare prospettiva è il punto di partenza per nuove conquiste.