pixel

Ho sempre pensato che il successo fosse un percorso che deve molto alla fortuna o che dipende in gran parte dalle capacità in base a quanto quoziente intelletivo (QI) un soggetto ha rispetto ad altri. E mi sono sempre sbagliato.
Il successo non dipende dal QI, anche chi ha un QI basso può avere successo se compie le scelte giuste ed è abbastanza determinato da raggiungerlo.
Il successo è un processo lento che parte dal rischio e che ci porta non ad essere spinti dalla fortuna, ma dalle capacità imprenditoriali.

Non sto dicendo che se una persona ha il QI di una scimmia, allora può fare comunque grandi cose. Ma semplicemente (e non lo dico io ma dati statistici ufficiali e studi di settore) e concretamente possono raggiungere la vetta anche coloro i quali non sono particolarmente super intelligenti alla Sheldon Cooper. (famoso nerd e scienziato della serie TV Big bang theory).
Perché gli skills sono altri e se avete un team di persone valide al vostro fianco, ognuno con una competenza top, allora avete una miniera d’oro.

Spesso ci sono casi di società che “vorrebbero ma non possono” o altre che “possono ma non vogliono” oppure altre ancora che “meglio se rimango nel mio brodo…che sto bene…”
Tante teste, tanti punti di vista, tante prospettive differenti.
Tutto ciò che le lega e le spinge a compiere o meno il salto di qualità è sempre “la motivazione”.

Io stesso mi sono ritrovato e a volte mi ritrovo tutt’ora a non riuscire a prendere sonno oppure a chiedermi se sto facendo la cosa giusta o se sto andando nella direzione corretta.
Io stesso ho paura e non è una debolezza ammetterlo, perché se partire da questo presupposto, se nella vostra mente c’è un esercito di pensieri che si affolla e la confusione regna sovrana, vuol dire che siete già a buon punto. No non sono pazzo. Dico solo che è nella confusione che la mente accellera per trovare soluzioni valide e stimoli diversi e migliori.
Chi invece vive in maniera negativa, apatica e subisce l’intera esistenza personale e professionale, difficilmente andrà da qualche parte o otterrà soddisfazioni elevate.
Questo concetto l’ho appreso poco tempo fa da un coach che mi ha fatto capire che nella vita è meglio essere confusi piuttosto che spenti.

Avere una guida, un mentore, una necessità costante di aggiornamento personale dal punto di vista umano e della conoscenza specifica di determinati settori dei quali facciamo parte è una delle motivazioni più importanti che a mio avviso esistono. Senza nutrire la propria mente con cose e nozioni nuove, la propria mente muore lentamente. È la dura realtà, aimè.

Fateci caso cari imprenditori. Ogni volta che fate un corso online o in aula, ogni volta che leggete un libro di qualcuno che vi insegna qualcosa di nuovo, ogni volta che fate quattro chiacchiere con un vostro mentore che sensazione provate? Energia? Appagamento? Voglia di fare e di testare cose nuove?
Quella è la fase straordinaria della crescita motivazionale.  Quello è il momento esatto in cui avete dato alla vostra mente carburante per continuare il viaggio in maniera positiva e propositiva.
Un insieme di motivazioni senza dubbio potenzianti.

Ma cos’è che ogni giorno vi può depotenziare? Levare motivazioni e voglia di continuare?
Anche l’ambiente contribuisce a tale status, in maniera spesso opprimente e oscura. Lentamente, giorno dopo giorno. Se non lavoriamo in un ambiente stimolante le cause e gli effetti si sentono.
Se invece lavoriamo in un ufficio e in un ambiente lavorativo ricco di stimoli, di confronto costruttivo, di colleghi motivati, di costante aggiornamento e crescita non si potrà che raggiungere l’apice della motivazione.

L’aspetto economico è anch’esso importante, non lo metto in dubbio.
Chi diventa anche benestante, chi guadagna molto, chi diventa ricco e libero finanziariamente, di conseguenza spesso acquisisce anche una serie di motivazioni che lo fanno stare bene, che gli permettono di ottenere risultati e di gioire di soddisfazioni più o meno grandi.
Toglietevi dalla testa che diventare ricchi sia il male. Abbattete certe convinzioni e capirete che anche la parte economica è assolutamente una variabile potenziante e motivante al 100%.

Senza però trascurare il fatto che quest’ultimo, l’aspetto economica, a volte è diretta conseguenza di una serie di motivazioni che ci portano a fare cose che prima non avremmo mai fatto, a diventare persone che prima non saremmo mai state (in positivo intendo), a cercare progetti, idee, stimoli innovativi che prima non avremmo mai cercato.

E anche se non hai raggiunto la vetta alla veneranda età di 60 o 70 anni, potrai almeno dire che hai fatto di tutto per arrivarci, grazie alle motivazioni importanti che ti hanno spinto e sorretto durante il percorso, grazie alla tua voglia di non mollare mai, di rischiare e di camminare a testa alta senza rimpianti.

Le motivazioni ci rendono liberi.