Il pulsantone magico. Fantastico! Irrinunciabile! Spettacolare! Da quando l’ho scoperto, non ne faccio più a meno.
Un segreto tramandato da generazione in generazione, da webmarketer a webmarketer, da guru a guru. Tutto ciò di cui avrete bisogno per far decollare la vostra attività senza problemi, senza fatica, senza sudore, senza studiare, senza pensieri, senza… senza… naaaaa… ma che sto dicendo???
Nemmeno io riesco a rendere credibile questa balla 🙂 ahahahahah
Dite la verità. Per qualche secondo ci avevate creduto, vero?
O per lo meno alcuni di voi ci speravano. Speravate che potesse esistere un pulsante in grado di rendere voi e la vostra attività visibile più di tutti in pochi secondi cari imprenditori?
Aimé è una sorta di leggenda che gira nei sobborghi del web e che da anni tira le fila di coloro i quali millantano segreti e strategie oscure “secret strategies” o fantomatiche tecniche di “black hat”.
Mi spiace, ma devo dirvi che tutto ciò è fuffa.
Le tecniche di black hat ad esempio non sono più tollerate dai motori di ricerca, tantomeno da Google che gestisce oramai logiche matematiche al suo interno che difficilmente sono eludibili.
Cosa significa “back hat”? Letteralmente “Cappello nero”, si intende il riferimento a tutte quelle tecniche che vengono utilizzare per migliorare il posizionamento di un determinato sito, ma che sono vietate dai motori di ricerca.
Un tempo si utilizzavano tantissimo e un tempo devo dire che si riusciva molto facilmente ad eludere i controlli blandi di sicurezza del web e un webmaster piuttosto sgamato riusciva anche a guadagnare parecchio con tali tecniche. Ora come ora sono in declino ed è maledettamente e fortunatamente difficile ottenere successi con strategie illegali.
Quel pulsantone magico era inesistente anche allora, e anche tanto tempo fa i risultati, seppur illegali, erano opera di persone che sapevano come muoversi nell’ombra.
Non esiste “semplicità” quando si tratta di campagne di webmarketing online.
Nulla è facile, nulla è raggiungibile senza sforzi ne conoscenze ne fatica. Mettetevelo in testa cari imprenditori!
Scordatevi i pulsantoni magici e gli unicorni volanti. Sono solo fantasie e leggende che hanno fatto il suo tempo e che distorcono solamente la realtà che è totalmente diversa da come la immaginate.
La pubblicità online è una guerra, questo si. Spesso si devono conoscere tecniche e sistemi avanzati per riuscire ad imporsi rispetto ai propri competitors.
Ma una via d’uscita esiste e non è certo nel magico mondo dei Teletubbies.
Se avete mai impostato una campagna di Google Ads o di Facebook Advertisign o se l’avete fatta impostare o curare ad un vostro referente che ne capisce di pubblicità online, avrete notato certamente che ogni campagna ha un inizio prorompente e subito dopo una fase calante paurosa, per poi riprendersi dopo qualche giorno e iniziare a macinare risultati e conversioni.
Ecco quello è il momento in cui le logiche interne di Google e Facebook gestiscono una fase chiamata di “apprendimento”. È il momento esatto in cui il software analizza i vostri annunci, le impostazioni che avete dato alla pubblicità (target, interessi, budget, ecc.) e cerca di capire quale sia per voi la soluzione migliore per ottenere risultati migliori in base agli obiettivi che avete deciso di raggiungere. Obiettivi che possono essere di vario tipo: clic, traffico, conversioni, visualizzazioni, ecc.
Alcuni di voi si chiederanno giustamente: ”
Ma qual’è la discriminante che fa si che i miei annunci siamo più visibili di quelli della sciura Maria che ha il negozio di fianco al mio e che ha la stessa attività mia e che fa pubblicità online come me?”
Domanda legittima. Risposta molto semplice:
non esiste un pulsantone magico e non esiste un segreto che potrà differenziare voi rispetto alla sciura Maria.
Esistono invece tecniche e sistemi specifici, che se applicati nel modo corretto, faranno si che voi sarete più visibili degli altri nonostante stiate facendo la pubblicità per lo stesso tipo di prodotto/servizio.
Google e Facebook tendono a premiare coloro i quali realizzano annunci pubblicitari migliori. Cosa si intende per migliori?
Google ad esempio da dei punteggi di qualità agli annunci con il titolo più performante, al testo più in linea con il prodotto che vendete, alla struttura della campagna che impostate anche grazie alle keywords (parole chiave) che scegliete. Da un punteggio alla pagina di destinazione dove mandate l’utente una volta che ha cliccato sull’annuncio. Una sorta di controllo accurato su ciò che offrite a monte e su ciò che proponete a valle. Tutto deve essere allineato e chiaro, altrimenti il sistema se ne accorge e vi penalizza.
Facebook ad esempio da dei punteggi di qualità in base alla tipologia di annunci che andate a creare, predilige i video annunci, predilige gli annunci con più interazioni e quindi con più commenti o like e da maggior visibilità ad essi rispetto a quelli dei concorrenti diretti. Migliore sarà la creatività, più coinvolgente sarà l’annuncio stesso.
In ogni dinamica online esiste una logica concreta e non esistono pensieri o parole campate all’aria.
Il pulsantone sarebbe stato bello, se fosse stato vero.
Ma mi piace pensare che il fatto che sia solo una leggenda lasci spazio in qualche modo alla voglia costante e alla determinazione da parte di chi crede nella capacità e nella meritocrazia, anziché nella fuffa o nell’imbroglio poco gratificante.
Se avete dubbi o domande su come impostare una campagna online su Facebook o Google chiedete pure:
www.cristianpedrani.it
A presto!