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Chi di voi crede che “la prima impressione conta“?
Parlo di vita quotidiana, ma soprattutto di vita lavorativa. Il rapporto con il cliente, l’atteggiamento difronte ad un nuovo collaboratore o un nuovo dipendente.

Ognuno di noi spesso indossa una maschera. Subito dopo essersi guardato allo specchio, non appena incontra il volto di qualcun’altro, non appena apre la porta dell’ufficio e saluta i colleghi.
Ognuno di noi recita in qualche modo una piccola parte. Che lo vogliate o no, siamo noi stessi solo quando siamo soli con noi stessi. In tutti gli altri casi, si potrebbe dire che siamo “contaminati”.
Perciò con gli amici cerchiamo di essere in un certo modo, con la famiglia in un altro, con i nostri colleghi in un altro ancora.

A mio avviso sopravvive chi riesce in qualche modo ad essere mutevole e versatile. Questo è il segreto per il successo.
Essere incline al ricalco. Ricalcare la persona che abbiamo davanti per cercare non tanto di compiacerla, che è un punto di vista bruttino se si analizza il tutto da questo punto di vista, ma di completarla nel suo modo di essere, facendo affermare lo spirito di adattamento che è in ogni essere umano, in funzione di un altro essere umano.
Una questione di allineamento, di atterraggio morbido, di avvicinamento riflessivo e ragionato, che porta da un punto d’arrivo più idoneo.

Quante volte vi sarete trovati ad un colloquio di lavoro con un esaminatore che non vi piaceva. Quante volte avrete avuto a che fare con un capo con il quale non condividete i punti di vista, quante volte vi sarete scornati con un cliente o con un fornitore per ragioni più disparate. Tantissime posso immaginare.
Ecco è qui che si dovrebbe adottare la tecnica del ricalco per cercare di ricalcare la persona che abbiamo davanti così da poter ottenere ciò che si vuole più facilmente. Un contratto firmato, un esito positivo su una richiesta di lavoro specifica, un incontro di idee più semplice senza contrasti ne modi di essere troppo discordanti dal soggetto opposto con cui interagiamo.

La prima impressione credo che conti sempre.
Ovviamente la si può anche cambiare, non tutti sono brutte persone sempre o non tutti sono belle persone sempre. Lo spazio per il ripensamento, per un’analisi più approfondita, per una conoscenza più profonda c’è sempre se lo si vuole davvero.
Ciò che cambia i paradigmi di un rapporto quotidiano o lavorativo è aimè però sempre basato su un’interazione immediata e di breve periodo. Soprattutto sul lavoro.
Quindi la prima impressione determina l’esito di uno svolgimento futuro.

Cercate di essere sempre piuttosto analitici, di riflettere prima di parlare, di comprendere sin da subito i segnali che vi fanno capire chi avete davanti quando lo vedete per la prima volta.
Non lasciatevi andare troppo spesso all’istinto a meno che non ve ne sia un’assoluta necessità ed urgenza impellenti. Dosate i pensieri e agite in base a chi avete davanti, se volete convincerlo a comprare un vostro prodotto o ad affidarsi ad un vostro servizio.
Il marketing del resto è fatto anche e soprattutto di questo. Convincere e persuasione. Nei limiti consentiti naturalmente.

Siamo al limite tra PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e recitazione spinta a volte e non ce ne rendiamo nemmeno conto.
Molti di noi sono certo che fanno e dicono cose che in fin dei conti sono spesso frutto di leggi e regole che già esistono e che nemmeno hanno studiato. Altri invece hanno bisogno di perfezionarsi per fare una buona impressione in situazioni importanti, hanno bisogno di libri su cui studiare o di mentori dai quali attingere.

La prima impressione è in tutto.
Nel vestirsi nel modo corretto in un determinato ambito. Nella prima frase che diciamo quando apriamo bocca. Nella prima espressione che facciamo quando stringiamo la mano a colui il quale diviene il nostro interlocutore e verso il quale dobbiamo necessariamente fare una buona impressione.

Certamente non è un obbligo fare una bella impressione, ci mancherebbe. Ma se di mezzo ci sono affari, business, sopravvivenza economica, la buona impressione è indispensabile.
Dubito che alcuni di voi ci tengano ad essere tacciati come persone sgradevoli o superficiali o superbe.
Così come dubito che alcuni di voi siano convinte che esistono solo modi per fare brutta impressione. Sarebbe un punto di vista surreale.

Ho avuto mentori che mi hanno aperto gli occhi su questo argomento.
Mentori che mi hanno fatto capire che fare una buona impressione spesso gioca il 90% di un affare quando si è attorno ad una scrivania.
Basta una parola detta al momento sbagliato e stop. Tutto si blocca.
Quindi se chi abbiamo davanti non sa come agire o se ritiene di essere troppo al di sopra delle parti per far caso a certe bazzecole, siate voi i primi a muovervi seguendo schemi precisi e sistemi frutto di studio e applicazione. Vedrete che a vincere non saranno solo loro ma anche voi, in una logica WIN-WIN ottimale, perfetta.

Se avete domande o dubbi in merito o pensate che il mio pensiero non sia corretto o volete apportare il vostro contributo alla discussione, commentate qui sotto oppure contattatemi direttamente dal mio sito: www.cristianpedrani.it

A presto cari imprenditori!