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Non ci credo! Non posso credere che qualcuno di voi non abbia mai avuto a che fare con un cliente anche solo leggermente “psicopatico” durante la sua esperienza lavorativa breve o lunga che sia 🙂
 
Vi sarà capitato suvvia di incontrare durante la vostra carriera professionale qualche testa matta, che in un modo o nell’altro vi ha messo i bastoni tra le ruote, qualcuno che vi ha pagato poco o per lo meno non il giusto e che vi ha fatto lavorare il doppio rispetto ai vostri piani iniziali.
 
Io di clienti psicopatici ne ho incontrati parecchi, sono sincero.
Potrei addirittura scriverci un libro, lo ripeto spesso anche ad un mio collega che come me vive spesso situazioni al limite del paradossale.
E forse un giorno lo scriverò, per lo meno sarà fonte di risate e anche di ispirazione per tutti coloro che giovincelli affrontano la vita lavorativa senza neppure immaginare cosa li aspetta al di fuori di casa propria o della scuola che stanno frequentando.
No, non voglio spaventare nessuno. Vi metto solo in guardia e lo faccio con il sorriso, come è giusto che sia in questi casi.
 
Come dicevo, situazioni pazzesche ne ho vissute.
Ognuna mi ha lasciato comunque qualcosa, che va al di là del semplice e banale mal di stomaco da incazzatura.
Ho compreso come capire meglio chi ho davanti a me durante una prima riunione con il cliente e ho compreso, anche grazie a corsi di comunicazione ben fatti, come “ricalcare” la personalità del mio cliente in base ai suoi comportamenti iniziali e ai suoi atteggiamenti.
Quest’ultima cosa devo dire che spesso mi ha salvato e mi ha fatto compiere scelte importanti, sia in funzione di un contratto firmato seppure con uno psicopatico davanti, sia in funzione di un rifiuto di firma contratto preferendo la mia salute mentale al profitto.
 
Ci sono però da fare delle debite distinzioni quando si parla di un argomento come questo.
Io ho capito che ci sono vari tipi di comportamento in base a determinate variabili che vanno sempre prese in considerazione e vagliate sotto ogni punto di vista e sfaccettatura possibili.
 
Davanti ad un cliente psicopatico ci si può comportare in vari modi:
 
1) Riconosci subito che il cliente è psicopatico e decidi di lavorarci assieme lo stesso, sprezzante del pericolo.
A questo punto hai due scelte successive:
a) gli fai un preventivo come quello che fai a tutti per quel lavoro, pur sapendo che con un cliente come lui molto probabilmente perderai molto più tempo perchè sicuramente ti farà impazzire magari facendoti fare le cose mille volte o perchè non gli andrà mai bene nulla, ecc.
b) gli fai un preventivo più alto di quello che fai a tutti gli altri clienti. Non perchè sei stronzo, ma semplicemente perchè sai che con quel cliente ci metterai più tempo e il tuo tempo ha un prezzo.
 
2) Riconosci subito che il cliente è psicopatico e decidi di non lavorarci assieme.
Magari con una scusa, magari con un pretesto di qualsiasi tipo che sia per lo più accettabile e sensato.
A quel punto avrai optato per una scelta magari più rischiosa dal punto di vista economico, perchè preferisci perdere un cliente problematico piuttosto che tenerlo e guadagnarci soldi.
Avrai magari guadagnato in salute e in tempo. E non sono elementi da sottovalutare, credimi.
 
3) Esiste anche una terza opzione a mio avviso.
Spari una cifra altissima, per fare in modo che il cliente che hai davanti si allontani da solo senza che tu debba fare nulla.
Al che le risposte potranno essere due:
a) il cliente scappa e ti sei tolto un peso
b) il cliente resta e ti paga ciò che gli hai chiesto. Tale opzione è evidente che farà si che tu non perderai comunque il cliente e che lo farai, nonostante tutti i rischi del caso, ad una cifra che ti darà margini enormi anche in caso di perdite di tempo e di altre variabili che potrebbero intaccare le tue giornate lavorative.
 
Delle tre opzioni che vi ho elencato non posso dire di seguirne più una rispetto ad un’altra. In termini di percentuale posso affermare che nel corso dei 20 anni di esperienza che ho alle spalle, tali opzioni sono distribuite quasi in maniera omogenea, senza che nessuna prevalga sull’altra.
 
Certo è che all’età di 44 anni, spesso sono propenso sicuramente nel non lavorare a poco per un cliente che capisco subito essere psicopatico.
Questo è l’unico elemento che ora come ora posso affermare di rispettare sempre, soprattutto per brutte esperienze vissute.
 
Tale dilemma ad esempio decade nel momento in cui voi fate lavori per clienti di alto livello e allora ci sono cifre in ballo tutt’altro che basse e quindi spesso il gioco vale la candela.
Conosco anche in certe situazioni, imprenditori che dicono di no anche a contratti elevati poichè decidono di non avere quel tal cliente problematico. Sono situaizoni rare, ma ci sono.
 
Il dubbio si insinua dentro di noi se trattiamo con clienti piccoli/medi, come ad esempio nel mio caso, nel quale faccio consulenze ogni giorno.
 
Una cosa è certa, cari imprenditori, ho imparato a non fare prezzi troppo bassi per mille motivi.
L’high ticket di cui si parla tanto e inculcatomi da vari maestri durante soprattutto gli ultimi anni di professione è una strategia che ti valorizza oltre che salvarti la vita.
 
Se avete storie da raccontare, aneddoti vari da condividere, scriveteli pure qui sotto. Sono curioso di sapere cosa avete vissuto e come avete soprattutto risolto nel vostro mondo lavorativo, nel vostro settore. Ovviamente senza fare nomi, grazie. 😉
 
A presto cari imprenditori!
 
www.cristianpedrani.it