pixel
L’economia non sarà più come prima. Questo è un dato di fatto, non è una supposizione che si può lasciare al caso.
 
Online in questi giorni si sentono mille idiozie.
Per la stragrande maggioranza fake news e opinioni attraverso le quali tutti sono esperti di tutto.
Dai gruppi di whatsapp che sembrano essere diventati portatori di verità e di salvezza, travestita da finte illusioni, sino ai social che a mio avviso sono e stanno diventando i veri portatori del virus peggiore: l’ignoranza.
 
In questo periodo mi sono reso conto, così come sarà capitato anche ad alcuni di voi, che le persone stanno dando il peggio di sè.
O meglio, stanno facendo uscire il loro vero lato nascosto.
Spesso non si tratta di fragilità, che è comprensibile così come quella sensazione di panico che ci attanaglia quando ci sentiamo travolti da qualcosa di inatteso e imprevedibile.
Si tratta di condivisione irresponsabile, di ragionamenti folli, di suggerimenti spesso privi di qualsiasi fondamento.
 
Aimè, questo è il popolo italiano.
Questo a volte è il prezzo della democrazia, quella senza alcun paletto, senza alcuna possibilità di filtraggio o di contenimento.
Siamo un popolo sostanzialmente “libero” se ci dovessimo anche solo per un secondo rapportare ad altri luoghi sulla terra come Corea del Nord o Russia, ma siamo anche un popolo fondamentalmente “pericoloso“, quando le cose non procedono secondo quotidianità.
All’italiano medio togli la “quotidianità” ed assisterai ad effetti devastanti.
 
Non siamo abituati a culture differenti, non siamo abituati a forme di pensiero variabili, non siamo abituati alla disciplina e al rispetto delle regole, siamo mine vaganti.
Siamo un popolo vecchio che si adagia su rituali obsoleti.
E momenti come questo mettono in luce ogni nostro difetto e ogni nostra debolezza.
 
Io sono stato spesso a Singapore e ricevo a volte news da alcuni amici che si trovano in quelle terre lontane.
Hanno affrontato il problema del covid-19 con silenzio e logica.
Giungono notizie secondo le quali il contagio si è bloccato, secondo le quali la vita lentamente torna come prima.
 
Perchè vi chiederete? Perchè se a Singapore o in Cina le cose tornano alla normalità qui da noi peggiorano a vista d’occhio?
A me ogni volta vengono in mente solo poche e semplici risposte:
– serietà e responsabilità civile
– controllo da parte delle istituzioni su cittadini e media
– organizzazione sociale
 
Solo così se ne esce. Al di là delle solite battute, dei costanti cambi di opinione che generano solo instabilità, fermezza e pugno duro.
Si, anche pugno duro. Le masse a volte vanno governate anche così.
 
In questi giorni anche io sono a casa e ci resterò finchè la situazione non si sarà “normalizzata”, fino a quando il picco dei contagi non tenderà a diminuire e i dati di diffusione del virus non saranno più allarmanti.
Solo così si potrà tornare ad una vita un pò più tranquilla.
 
Quindi che fare se si ha un lavoro ma non si può lavorare?
 
Cambiare prima di tutto i propri paradigmi mentali.
Lo so è maledettamente complesso, soprattutto se per una vita si è dipeso da lavori legati ad un posto fisso, ad una condizione stabile, ad un pensiero per nulla mutevole.
Le soluzioni potrebbero essere relative ad un cambiamento totale dei punti di vista, delle prospettive.
Se hai un ristorante dovrai riadattare il tuo business e magari ristrutturarlo con un servizio di consegna a domincilio efficace e veloce. Se hai un’impresa dovrai puntare sull’automazione e sul rispetto delle regole igieniche maggiori da parte di operai che dovranno essere più tutelati soprattutto in questo momento. Se hai un’attività da personal trainer dovrai reinventarti da casa con corsi online a pagamento e gratuiti sul fitness, così da coinvolgere maggiormente coloro i quali non possono recarsi più in palestra per molto tempo ancora.
Insomma, bisognerà capire come REINVENTARSI per sopravvivere.
 
Lo smart working ad esempio è diventato oggi più che mai una scelta forzata ma fondamentale per coloro i quali possono lavorare anche da casa e mandare avanti la loro attività nonostante tutto.
Un responsabile commerciale potrà rimanersene a casa e gestire i propri affari dal pc portatile sulla sua scrivania e al limite, se proprio indispensabile, incontrare qualche cliente ogni tanto (magari tra qualche settimana si spera).
Un impiegato potrà con il pc portatile continuare a gestirsi i suoi orari e portare a termine lavori di vario tipo relativi alla sua attività, anche senza per forza di cose essere fisso in un ufficio in mezzo ad altre persone.
Comprendo che a volte lo smart working non è ottimale se si hanno in casa due o tre figli che giocano e corrono per le stanze, ma è l’unica soluzione adottabile per evitare di non fermare tutto completamente.
 
Quindi ben venga lo Smart Working per chi può farlo. Già così si darà una botta fortissima in contrasto alla diffusione di questo maledetto virus.
Si tratta di uno sforzo enorme ma necessario.
L’hanno fatto in Cina, lo hanno fatto in altri paesi e come vedete ha e sta dando risultati confortanti.
 
IN CONCLUSIONE:
 
Prendiamo esempio da chi ce la sta facendo e non ascoltiamo tutto il giorno i media che ci imbottiscono di negatività.
Anche l’aspetto psicologico in questi casi deve essere curato e accudito altrimenti si rischia di perdere il controllo e di abbandonarsi al panico.
Facciamo un sacrificio grande ora per ritrovarci tra qualche mese più sereni.
Prendiamo in mano progetti che avevate accantonato per anni e portiamoli a termine.
Perfezioniamo il nostro modo di lavorare e magari pensiamo a idee e soluzioni che potremmo mettere in pratica nei mesi successivi a tutto questo casino globale.
Dedichiamoci a ogni singolo pensiero che ci sembra produttivo e positivo e lasciamo più spazio per noi.
 
Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri figli , ai nostri genitori, a colori i quali vogliamo bene e anche a coloro i quali si battono in prima linea giorno dopo giorno per aiutarci.
 
#iorestoacasa
 
A presto cari imprenditori!

( p.s. Se volete un parere di un esperto che parla di quale sarà l’impatto sull’economia mondiale post-corona virus eccolo qui: https://youtu.be/rtrkeX5_RQoAlfio Bardolla )