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Una cosa è certa: la paura crea “opportunità!”.
È successo dopo l’11 settembre negli Stati Uniti, è successo nel dopoguerra e succederà anche dopo questa crisi da pandemia mondiale.
Non lo dico solo io ma lo sostengono gli esperti.

Ci sono opportunità di innovazione soprattutto per le piccole/medie imprese che, rispetto alle grandi aziende che sono probabilmente più “pronte” a situazioni straordinarie e che hanno fondi spesso necessari per far fronte a crisi economiche durature, necessitano di svolte strutturali molto più radicate e veloci.
La velocità e lo spirito di adattamento sono sicuramente fondamentali. Per alcune imprese, a quanto pare dai dati statistici, chiudere i battenti anche solo per qualche mese è fonte aimè di perdite di fatturato enormi e vitali soprattutto per i titolari. Anche perchè spesso i dipendenti sono tutelati sufficientemente da misure statali come la stessa cassa integrazione, mentre i titolari di partita iva, di società o aziende sono spesso lasciati più alla mercé del caso.

Un’altra cosa è sicura, in questo momento folle è che in troppi sono impreparati e in troppi sono in ritardo.
Molti stanno ancora a guardare, molti altri si fermano e attendono, altri ancora sperano nello Stato che tentenna. In pochi, ancora oggi, reagiscono in maniera pro-attiva. Che poi alla fine dei conti sarebbe la reazione più naturale e logica per “sopravvivere e rinascere” da questo momento inatteso e oscuro, la stessa reazione che hanno conosciuto tutti coloro che hanno dovuto rimboccarsi le maniche per inventarsi nuovi business o riaprire bottega come magari hanno fatto i nostri nonni dopo i bombardamenti.

Pensiamo allo stesso smart-working. In quanti prima del coronavirus operavano da casa? Pochissimi!
Ecco perché ora come ora sta diventando un must. Obbligatorio, difficile da applicare in alcuni casi a causa di situazioni che vedono famiglie in pochi mq di case in città, antipatico dal punto di vista logistico se si pensa al contatto diretto col cliente… ma vitale, comunque lo si guardi.
La prospettiva a volte è fondamentale e se provate a guardare la cosa da più punti di vista, lo smart-working ci sta salvando la vita.
Sotto altri punti di vista ognuno di noi col passare delle settimane si sta anche abituando alla situazione e alcuni si trovano addirittura meglio rispetto a prima.
Non è certo la salvezza per ogni attività, ovvio, ma lo è per molte di essere che prima di questa emergenza sanitaria non sapevano nemmeno che esistesse o che fosse applicabile.

Si aprono opportunità negli investimenti, opportunità verso nuovi mercati, opportunità verso nuove professioni che prima nemmeno si conoscevano.
Si impara ad “adeguarsi” e l’adeguamento spesso porta ad una migliore evoluzione. Chi non faceva delivery ora la fa e lavora ancora più di prima, chi affollava gli uffici delle città ora lavora da casa e si scopre meno stressato e più agevolato nella gestione degli spazi e dei tempi, chi non aveva mai potenziato la propria presenza online ora investe su strumenti differenti e su tecniche di marketing avanzate che prima non avrebbe nemmeno mai preso in considerazione.
La crisi quindi come processo d’innovazione forzata che si tramuta in innovazione e scoperta positive.

Nessuno di noi può comunque sapere cosa succederà nei prossimi mesi.
Si può solo ipotizzare che ci sarà un MONDO NUOVO.
Si tratta sostanzialmente di elaborare soluzioni rivoluzionarie che spesso portano benefici collettivi. Si tratta di riesaminare radicalmente i propri modelli lavorativi, magari per certi versi più sostenibili e più umani. Potenziamento delle filiere corte, della produzione locale, delle coltivazioni biologiche, dell’economia circolare, delle varie opzioni per rendersi più autonomi in modo più sano e sostenibile.

La psicologia di massa sarà il fulcro di questo cambiamento. La massa stessa dovrà riadattarsi come fanno quei micro organismi che si adattano ad ecosistemi in maniera naturale e spontanea.
Ci vorrà del tempo, non sarà semplice, ma sono fiducioso sul fatto che in quanto esseri umani, in quanto imprenditori italiani e creativi, ne usciremo per certi versi anche migliori di prima.
L’imprenditore italiano ha un grande potenziale, è sempre stato tale durante il corso della storia recente e passata, durante qualsiasi difficoltà si è sempre rialzato.
Chi scommette con me che i risultati saranno molto interessanti?

Il “made in Italy” sono convinto che tornerà a farla da padrone poiché è sempre e sarà sempre un punto di forza della nostra economia.
Sarà probabilmente necessario smettere di ragionare costantemente come fossimo ancora un mondo globalizzato, mentre in realtà tutta questa situazione ha dimostrato che la globalizzazione ci ha portati solamente a condizioni di emergenza e di follia. Sarà fondamentale accentrare di nuovo le nostre attività su ciò che ci ha sempre permesso di fare la differenza: la qualità e la competenza.

La formazione ad esempio, gioverà di grande crescita a causa della necessità di “reinventarsi” e di conoscere nuove cose. La formazione online, a distanza, sarà quella che darà una grossa mano a chi si sentirà perso e a chi percepirà questa necessità impellente di sfruttare nuove opportunità economiche e lavorative.
Io stesso non smetto mai di voler imparare cose nuove e non vedo perchè, soprattutto ora come ora, gli imprenditori non sentano il bisogno di fare una sorta di upgrade al proprio cervello e alla propria cultura in generale.

Tutto questo è a mio avviso una grande opportunità per sviluppare e migliorare il sistema Italia, che spesso hanno invidiato e ammirato in tutto il mondo, pur non essendo perfetto come sembrava.

In conclusione ecco alcuni consigli veloci e pratici per gli imprenditori forniti da Nicholas Bahr, esperto di gestione dei rischi presso la società di consulenza DuPont Sustainable Solutions.
Nicholas sostiene che “È  il momento di trasformare il rischio in un’opportunità“:

1) Prendersi cura dei dipendenti: comunica più spesso e in modo chiaro con loro.
2) Creare un sistema di governance: un sistema di principi, di regole e di procedure che si concentri sui dati piuttosto che sulle emozioni.
3) Effettuare valutazioni del rischio: crea un nuovo piano di valutazione del rischio, differente rispetto al precedente che era adeguato per altre situazioni. Un piano incentrato sulle misure di igiene e sicurezza necessarie per salvaguardare le persone, le finanze, la tecnologia e le operazioni.
4) Concentrarsi sulla comunicazione esterna: investi sulla fiducia verso i tuoi clienti. Ora più che mai vanno rassicurati. Magari sfrutta strumenti come i social.
5) Valutare gli approvvigionamenti: parla con i fornitori in modo da capire che cosa possono offrirti, facendo attenzione a non promettere troppo.
6) Riconsiderare i rischi operativi: valuta ogni aspetto operativo dell’attività di modo che quando tutto sarà risolto sarai pronto a ripartire senza intoppi.
7) Sfruttare l’inattività in modo produttivo: pensa a nuovi servizi, a nuove procedure. Sostieni collaboratori e dipendenti e mantienili attivi grazie ad un coinvolgimento costante.

Spero che questi 7 consigli ti siano utili per comprendere al meglio che dalla crisi si può rinascere grazie all’innovazione e alla voglia di risollevarsi che ogni imprenditore italiano dovrebbe sempre padroneggiare in ogni momento di difficoltà.

Buona fortuna cari imprenditori!

A presto.