Mi capita spesso di dare una rilettura ad alcuni testi che mi hanno permesso e aiutato a diventare il professionista che sono ora.
E da questi testi cerco fondamentalmente di tratte gli insegnamenti e le riflessioni migliori.
Uno di questi è “La Mucca Viola” del grande Seth Godin. Sostanzialmente un visionario della comunicazione e del marketing, che a mio avviso è stato in grado ed è tutt’ora in grado di cambiare le logiche della pubblicità e del fare pubblicità in maniera alternativa.
Se non l’hai ancora letto, ti consiglio di farlo perchè merita davvero tanto!
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Ed è proprio in quel cambio di paradigma “fare pubblicità in maniera alternativa” che girano tutto un mondo di azioni e reazioni da parte di chi fa marketing e da parte di chi acquista.
La banalità, l’essere omologati, il fare pubblicità in maniera uguale e sotto forma di copia/incolla difficilmente porta a risultati importanti.
Il saper osare, il saper cambiare direzione e a volte anche le regole del gioco invece, a volte permette di dare una svolta alla propria attività che magari risultava stagnante, immobile, obsoleta.
“Farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone” è il sottotitolo del libro e ci insegna che se tu guardi una marea di mucche che ti passano davanti, sembreranno tutte uguali, mentre se solo una avrà la caratteristica di essere viola … allora la tua attenzione sarà massima, la tua capacità di accorgerti di lei sarà inevitabile.
È questo il punto chiave. Saper distinguersi per farsi notare meglio. Per non essere un puntino in mezzo ad un foglio pieno di puntini.
C’è un punto molto interessante del libro in cui voglio soffermarmi, perchè penso che renda appieno l’idea di tutte queste teorie rivoluzionarie che hanno cambiato anche i nostri tempi.
“Il sale non è banale. Altri otto modi per mettere all’opera la Mucca Viola”.
Riporto il testo di seguito, tratto dal libro:
“Da cinquant’anni Morton vende sale come una qualunque banale derrata. Chi ci lavora è d’accordo con voi sul fatto che non c’è alcuna possibilità di introdurre una Mucca Viola in questo business.
Per fortuna i francesi che producono sale marino raccolto a mano non lo sapevano e vendono tranquillamente il loro eccezionale prodotto a ben 40 dollari il chilo.
In questo mercato sono entrati di recente anche gli hawaiani, provocando un certo fermento nei ristoranti per gourmet.
Adesso Diamond Kosher punta ad accrescere di qualche milione di dollari il fatturato annuale perchè il suo sale, banalissimo, ha un sapore migliore una volta che sia stato aggiunto al cibo.”
Quindi:
1) Il vostro prodotto è più banale del sale? Improbabile.
2) Pensate in piccolo. Uno dei retaggi del complesso industriale televisivo è l’abitudine di pensare alle masse. Ma non è più così. Il punto di partenza è riflettere su un mercato più piccolo che si riesce a comprendere e ideate un prodotto che lo conquisti.
3) Ricorrete all’outsourcing. Se la vostra azienda ha troppo difficoltà nel ravvivare un prodotto, rivolgetevi ad aziende esterne.
4) Create e utilizzate dei canali di comunicazione di permission marketing. Partendo dai clienti più fedeli, sarà poi molto più facile sviluppare e vendere cose eccezionali.
5) Copiate. Non da aziende del vostro settore ma di qualunque altro settore.
6) Fate di più. Identificate il competitor e fate un passo in più di lui, distinguetevi da lui mettendoci qualcosa in più.
7) Trovate la “ciliegina mancante” del vostro settore e dedicatevi a quella. Stew Leonard estraeva le fragole dai cestini e lasciava che i clienti scegliessero quelle che volevano e le vendite sono raddoppiate!
8) Chiedetevi: perchè no? Non ci sono quasi mai validi motivi che ci impediscono di prendere delle iniziative. L’assenza di intraprendenza è quasi sempre dovuta alla paura, all’inerzia o alla mancanza di qualcuno che si domanda: Perchè no?
Detto questo direi che penso di averti fatto riflettere meglio su quelle che possono essere le regole del gioco e di come a volte, se non addirittura spesso, le si possa cambiare o per lo meno si possa in qualche modo provare a cambiarle. Perchè nulla è immobile. Tutto è in movimento costante. E se ci si ferma troppo in un punto poi si rischia di rimanere indietro. Così come la propria attività, la propria professionalità, il proprio futuro lavorativo.
Personalmente posso dire che mi sono fermato, mi sono bloccato totalmente, ogni volta che non mi sono fatto la domanda: perchè no?
Le volte in cui ho rinunciato. Le volte in cui ho pensato a priori che un prodotto / servizio potesse non funzionare o potesse essere inutile.
Ogni imprenditore, nel suo piccolo, dovrebbe porsi questa domanda quando pensa di avere un’idea che potrebbe cambiare il proprio settore o per lo meno la storia della sua attività.
L’evoluzione è un bene. Sbagliare è umano, ci mancherebbe. Ma meglio provarci piuttosto che avere un solo rimpianto o un solo dubbio ricorrente…
Ora, sì sincero, … pensi ancora che il sale sia banale?