Sapete cosa significa la parola “foraging“? Io sono sincero… prima di conoscere Cecilia Tanghetti non avevo idea di cosa fosse.
Ma grazie a lei ho avuto modo di scoprire una nuova attività in espansione negli ultimi anni, dagli aspetti e dalle particolarità molto interessanti.
“Forager” è la traduzione di “raccoglitore”. Sostanzialmente consiste nella pratica di raccogliere le erbe, frutti e funghi spontanei nel pieno rispetto della natura, senza quindi danneggiarla.
È un’attività che si pratica in montagna, tra campi e prati, nelle foreste, nelle acque dei laghi e lungo gli argini dei fiumi.
Cecilia ci racconta che in realtà, al di là degli inglesismi, esiste un termine italiano che identifica questo lavoro: fitoalimurgia.
“Si definisce fitoalimurgia la conoscenza dell’uso delle specie vegetali a scopo alimentare. La fitoalimurgia fu un principio di nutrizione anche in tempo di guerra.”
Fu introdotto da un medico botanico molti anni fa con l’intento di nutrirsi in caso di necessità. Nei suoi studi decise di analizzare in maniera molto dettagliata come le persone riuscivano a superare i periodi di carestia.
Attualmente rimane il termine “foraging” che diventa un’identificazione più universale e più diffusa.
Cecilia ci tiene a raccontare che tutto per lei è nato fondamentalmente da una memoria storica legata alla nonna, che usava le erbe proprio in tempo di guerra sia per alimento che per pratiche curative. Se non fosse stato per sua nonna molto probabilmente non avrebbe mai avuto l’occasione di avere questo legame con la natura e questo desiderio di conoscere e scoprire un mondo.
Quindi deve a lei la scintilla che la portata sino a dov’è ora.
Da qui nasce la sua attività, non legata obbligatoriamente ad uno studio specifico tramite scuole o università di fatto, ma sviluppata e concretizzata da autodidatta, da bambina cresciuta con una nonna che le spiegava le erbe, da libri e corsi su tale materia e argomenti correlati.
La Cecilia che ora insegna foraging anche ad altre persone è il frutto di uno studio costante e di un’esperienza pluriennale.
Nulla è lasciato al caso. Anche perchè la natura non permette errori.
L’esigenza negli anni di concretizzare e regolarizzare una vera e propria professione, la spinge a dare vita alla sua Associazione Capra & Cavoli
Grazie a tale associazione Cecilia è in grado di organizzare corsi sia di gruppo che individuali, giornate in cui porta i suoi “allievi” in mezzo alla natura e alla scoperta di mille spunti e nozioni.
L’associazione si trova a Brescia e chiunque può richiedere informazioni e partecipare ai suoi corsi!
Ci sono anche persone che grazie a lei stanno diventando forager di professione. Ma ci tiene a specificare che il percorso è di almeno 1 o 2 anni, data la complessità degli argomenti.
Le piante sono tantissime, sono stagionali e vanno studiate con attenzione da ogni punto di vista e anche su zone differenti.
Ogni lezione non è mai noiosa poichè spesso comprende passeggiate nella natura e vari step e soste per parlare di ogni erba che si incontra durante il cammino.
Le si illuminano gli occhi quando parla dell’esperienza che soprattutto i bambini possono vivere durante le sue uscite e i suoi corsi.
Ha due figli ed è quindi l’esperienza diretta di come i bimbi siano entusiasti di questi argomenti, oltre che nutrirsi di moltissime verdure grazie al fatto che conoscono bene l’intero processo di scoperta e raccolta.
I bambini si stupiscono quando vengono a sapere che anche le piante hanno un nome e da qui nasce il senso di amarle e saperle rispettare.
E qui il cerchio continua: nonna – nipote – figli … e così via.
Cecilia a tal proposito interviene anche in varie scuole della zona, dove viene coinvolta per attività all’aria aperta e integrative per far apprendere ai bimbi non solo le erbe ma il rispetto per la natura e la sua importanza fondamentale nella vita di tutti i giorni.
Quando parliamo del futuro della sua professione, non esita nel confidare che la sua professione sarà certamente molto intrapresa nel futuro.
Questo perchè sostiene che le piante spontanee saranno fondamentali per l’alimentazione degli esseri umani, che sfruttano aimè sin troppo terreni e natura.
Se poi pensiamo ai problemi legati al clima, ci viene più semplice comprendere che le piante spontanee spesso sopravvivono anche in condizioni estreme come ad esempio la siccità attuale.
Cecilia insegna il rispetto per la natura, l’importanza di una conoscenza di base quando si entra a contatto diretto con essa, nel sapere cosa prendere e cosa non prendere.
Il suo desiderio è quello che un giorno nasca una sorta di “mansionario” che possa regolamentare la sua attività in maniera più precisa.
In Italia attualmente ci sono 2 o 3 scuole che insegnano il foraging, ma sono poche per ora e la regolamentazione della sua attività non è ancora precisa.
Ma scopriamo meglio chi è Cecilia e come ci racconta una nuova professione che si sta affermando in Italia e nel mondo.
Buona visione: