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Grazie ad un input illuminante di mia moglie, ho simpaticamente dato alla luce “La regola dei 3 strike“.
Una semplice regola lineare, matematica, veloce per classificare un cliente / collaboratore.

L’equazione è semplice:
1 errore –> 1 strike
2 errori –> 2 strike
3 errori –> 3 strike…. ELIMINATO!

Il parallelismo baseball / marketing è probabilmente azzardato, ma può avere un senso se visto dalla giusta prospettiva.

Il gioco del baseball mi ha sempre affascinato, anche se in molti lo ritengono lentissimo.
Qualcuno di voi si ricorderà il cartone animato “Pat la ragazza del baseball“. Lo so, vi vedo, state sorridendo?
Una colonna sonora bellissima. Mi venivano i brividi da piccolo nell’ascoltarla, e non me ne vergogno, mi vengono anche adesso… non si smette mai di essere bambini per fortuna.

Il gioco del baseball ha delle regole lineari.
I protagonisti sono il lanciatore e il battitore. Gli altri della squadra per lunghi attimi sono solo spettatori.

Il lanciatore lancia la palla dal diamante.
Il battitore di turno cerca di batterla il più lontano possibile per fare un “home run” (fuori campo) oppure per guadagnare semplicemente una base.
Se guadagna una base, tocca al secondo battitore e così via. Finchè non si guadagnano tutte le basi e si cerca di fare punto correndo il più velocemente possibile.

Ora il difficile non è solo saper battere la palla lontano o per lo meno prenderla, ma saperla lanciare nel miglior modo possibile, e questo il lanciatore dal diamante lo sa benissimo.
Responsabilità a mille. In quel momento lui fa parte di un meccanismo che non deve far fare punti alla squadra avversaria.
Il lanciatore non fa punti. Li impedisce.
Difende la sua squadra e fa in modo che le cose vadano per il meglio, in attesa di un nuovo attacco per fare punti.

Il lanciatore è come uno che fa il lavoro più difficile, più complesso, più di responsabilità. Il professionista che tutti cercano.
Il battitore è come un cliente / collaboratore che mette alla prova il lanciatore. Se non prende la palla vuol dire che è scarso, che non è un buon battitore. Se batte la palla e guadagna le basi vuol dire che se le merita e il lanciatore lo rispetta. Se batte la palla e fa un home run vuol dire che è un ottimo battitore e quindi è il migliore che il lanciatore abbia incontrato durante la partita. Vuol dire che si merita di aver fatto punto.

La regola dei 3 strike è secca.
Cercherò di spiegarvela nel modo più chiaro e semplice possibile:

Un cliente / collaboratore (il battitore) non prende la palla la prima volta.
Il professionista (il lanciatore) comincia a intuire che il cliente non fa per lui, che non è bravo come dovrebbe.
Poi secondo strike. La consapevolezza aumenta. Il lanciatore ha la seconda prova che il battitore ha sbagliato di nuovo e che può eliminarlo con una palla più veloce o con una curva ad effetto.
Arriva il terzo strike… Eliminato!
Tocca ad un altro battitore.

Percui mentalmente la regola è banale:
Se il cliente / collaboratore con cui faccio un lavoro commette un primo errore ok. Forse è un caso, forse non è all’altezza.
Seconda possibilità. Se commette un secondo errore allora forse non è più solo un caso. Si tratta di una conferma.
Vediamo cosa succede se arriva al terzo strike….
Se così succede, se commette un 3° errore, se per la terza volta fa una cazzata, se da collaboratore dimostra di non essere all’altezza allora meglio voltare pagina, se da cliente dimostra di darti problemi o di metterti costantemente in difficoltà allora meglio perderlo, lasciarlo andare, accompagnarlo alla porta, trovarne uno migliore.

I battitori migliori sono quelli che guadagnano le basi, che fanno punti, che a volte fanno un fuori campo.
E tu lanciatore li rispetti e sei quasi onorato di averi lasciati entrare nel tuo spazio, base dopo base.

Dicevamo: 3 strike! ELIMINATO.

Trovo che questa regola sia severa ma giusta.

Del resto se ci pensiamo bene trattasi di pura e ricorrente costante per molti.

Si cerca di soprassedere, di rimandare alla prossima volta, di dare un’altra possibilità, finchè le possibilità diventano infinite e diventa un circolo vizioso. Quindi qual’è il vantaggio?

Ne conseguono perdite di tempo. Progetti che lasciano il tempo che trovano. Lavori che non vale nemmeno la pena iniziare dato il pessimo rapporto pagamento/tempo impiegato.

La regola dei 3 strike penso che possa servire per tenerci lontani da coloro che non ci meritano. Da coloro che promettono e non mantengono. Da coloro che non sanno cosa sia la precisione, la professionalità, la puntualità, la coerenza e la chiarezza.

Diviene uno scudo, ottimo per moltissime situazioni lavorative.
Come 3 possibilità e poi basta.

Vi invito a provarla e poi a dirmi se ha funzionato. Se vi ha liberato mentalmente, se vi ha reso una determinata circostanza, un dato rapporto, più solido, meno astratto.

Del resto 3 non è il numero perfetto?